Premessa
In una società ed in un’economia sempre più subordinate alla logica del profitto, dove crescono conflitto, sfruttamento, precarietà ed esclusione, è in continua crescita il movimento di donne e uomini alla ricerca di nuovi stili di vita, non fondati sul “ben-avere”, ma su un reale “ben-essere” della persona e della collettività, secondo criteri di eticità, equità, solidarietà.
Oggi la possibilità di seguire questi criteri, in tanti ambiti della nostra economia quotidiana, si va sempre più allargando, e sono molte le proposte reali e concrete che già esistono: il commercio equo e solidale, la finanza etica, il consumo critico e consapevole, la cooperazione sociale, le attività che si occupano di riciclo e riuso, di energie rinnovabili, di agricoltura biologica, di turismo responsabile, di solidarietà internazionale, di tutela dell’ambiente e infine le tante realtà che si occupano di pace, cultura, arte, formazione e informazione.
Tante realtà che mettono ogni giorno la solidarietà al centro dei meccanismi economici e sociali, non interpretando il valore della solidarietà come banale beneficenza, ma riformulando in modo responsabile il proprio stile di produzione e di consumo, perché oggi è sempre più importante non tanto dare di più, ma piuttosto prendere di meno ed usare meglio le risorse disponibili.
Ciò che si va realizzando è un’economia solidale, basata sulle relazioni e sullo scambio, tra le persone, i territori, le culture; un’economia che non solo accetta la complessità del nostro mondo, ma valorizza le differenze e ripudia l’esclusione e lo sfruttamento; un’economia strumento di Pace e di cooperazione tra i popoli.
L’economia solidale sta muovendo i suoi primi passi ma c’è già, ed è necessario farla conoscere, promuoverla e sostenerla.
“L’utopia non è l’irrealizzabile, ma l’irrealizzato”.
Obiettivi e definizioni
L’idea è quella di agire localmente nei vari territori mettendo in rete le svariate esperienze di economia solidale – per rafforzarle e svilupparle – e dare vita a distretti locali che globalmente possano ricomporre un nuovo sistema economico solidale. Un sistema che nasca dall’intreccio delle prassi concrete, sperimentandosi e diffondendosi dal basso, a stretto contatto con i bisogni ed i valori delle persone e delle comunità.
In particolare il Distretto di Economia Solidale (DES) di Como vuole essere una struttura che valorizza la produzione e lo scambio prevalentemente locale di beni e servizi di qualità, rispettosa dell’uomo e dell’ambiente, ed al “giusto prezzo” (trasparente, adeguato per il produttore, accessibile al consumatore).
L’associazione L’isola che c’è opera sul territorio comasco come agente di servizio e sviluppo per la realizzazione del Distretto di Economia Solidale di Como, attraverso un percorso partecipato e democratico, al quale possono prendere parte le realtà del distretto e le singole persone.
Finalità de L’isola che c’è sono la promozione e lo sviluppo dell’economia solidale e del consumo consapevole, e la salvaguardia dei principi espressi in questa carta.
L’isola che c’è intende sperimentare strumenti volti a sviluppare:
- una comunicazione che faciliti la partecipazione delle varie realtà al progetto;
- una promozione che faccia conoscere le realtà dell’economia solidale nel territorio;
- una in-formazione che favorisca la condivisione e la diffusione dei contenuti, con particolare riguardo agli stili di produzione e di consumo;
- una gestione che faciliti l’accesso ai beni e servizi offerti, in particolare tramite lo sviluppo di una rete locale di relazioni che costituisca un punto di incontro più ampio possibile tra consumatori e produttori solidali.
Principi
L’isola che c’è, con ogni realtà e persona aderente, si impegnano per:
I) la valorizzazione della dimensione locale e delle relazioni:
- con rapporti fondati su reciprocità, cooperazione e fiducia;
- perseguendo la valorizzazione e la tutela delle ricchezze locali – culturali, sociali, ambientali, nell’ottica di valorizzare e rispettare le ricchezze di ogni luogo;
- perseguendo il continuo miglioramento della qualità e della varietà dei beni e dei servizi, secondo le specificità del territorio;
- rivolgendosi prevalentemente a beni e servizi offerti dal distretto e dal territorio;
- promuovendo l’integrazione delle culture presenti sul territorio;
- perseguendo degli stili di vita e di consumo sempre più essenziali ed equilibrati, improntati sulla sobrietà e sulla consapevolezza delle scelte, e centrati sulle relazioni piuttosto che sul possesso;
- incentivando l’uso di strumenti quali lo scambio, il riuso e la banca del tempo;
- impegnandosi ad intrecciare relazioni e scambi con altri territori ed altri percorsi simili, per valorizzare le specificità produttive e culturali di ogni singolo territorio, favorire la crescita di un commercio sempre più equo e solidale, e contribuire attivamente alla costruzione di una rete globale di economia solidale;
- promuovendo attività culturali, creative, artistiche e intellettuali tese allo sviluppo di una nuova etica dell’economia non subordinata al profitto.
II) la giustizia e la sostenibilità sociale:
Principi Generali
- con rapporti basati su trasparenza, onestà e legalità;
- rispettando i diritti umani, civili, sociali e sindacali di quanti partecipano a tutto il ciclo economico;
- sostenendo l’inclusione sociale (categorie protette, migranti, pari opportunità, ecc.);
- ispirandosi a principi etici e di solidarietà prima che economici e di profitto;
- impegnandosi a lottare contro povertà e disuguaglianza su scala locale e globale, ed a favorire una più equa redistribuzione della ricchezza;
Lavoro
- tendendo al continuo miglioramento della qualità dei contratti e delle condizioni di lavoro verso forme sempre più garantite e non precarie (tutele previdenziali e assistenziali, retribuzione, sicurezza e salute sul posto di lavoro, tempi di lavoro, relazioni interpersonali);
- promuovendo l’equità nella distribuzione dei proventi, e il reinvestimento in particolare per la creazioni di nuovi posti di lavoro;
- perseguendo un miglioramento della qualità della vita, anche attraverso una gestione del tempo sempre più orientata alle attività culturali, sociali e relazionali, piuttosto che al lavoro e al consumo;
Mercato
- perseguendo una formulazione equa e trasparente dei prezzi di beni e servizi;
- privilegiando le entità economiche di piccole dimensioni;
- non accettando produzioni in cui si fa uso della sperimentazione sugli animali, se non in settori specifici ed indispensabili della ricerca medica;
Finanza e Risparmio
- incentivando l’impiego e l’investimento di utili sulle attività del distretto, o per altri scopi di utilità sociale;
- utilizzando strumenti di finanza etica (banca, assicurazione, ecc.);
- evitando l’utilizzo di strumenti di investimento finanziario speculativo;
Solidarietà Internazionale
- impegnandosi a svolgere attività di solidarietà internazionale, attraverso strumenti coerenti con i valori espressi, in particolare nelle modalità di raccolta fondi;
- promuovendo una solidarietà ed una cooperazione internazionale rispettosa della cultura, della società e dell’ambiente in cui si interviene;
- contribuendo con la riduzione dell’uso delle risorse ad alleggerire il peso del nostro sistema economico sugli equilibri globali;
III) la sostenibilità ecologica:
- incentivando l’agricoltura biologica, pur ammettendo un uso critico di sostanze chimiche circoscritto a condizioni di straordinaria necessità;
- rifiutando prodotti OGM;
- riducendo ed ottimizzando il consumo di risorse;
- utilizzando prevalentemente prodotti locali;
- riducendo l’impatto ambientale del proprio stile di produzione e di consumo (uso di tecnologie a basso consumo energetico, uso di energie rinnovabili, uso di materiali riciclabili e biodegradabili, limitazione dell’uso di materie inquinanti, riciclo e riuso);
- utilizzando prodotti sempre più durevoli e ad alta utilità.
Modalità di adesione e di partecipazione
Il distretto di economia solidale è formato dalle realtà del territorio che aderiscono a questa carta dei principi:
- autocertificando di rispettare o perseguire i principi indicati,
- impegnandosi a contribuire al suo sviluppo, in particolare partecipando attivamente al percorso de L’isola che c’è.
I principi espressi costituiscono un bagaglio comune da preservare – dove rispettati – ed a cui tendere – dove solo perseguiti. Comprendendo che ci possono essere varie eccezioni e inadempienze, si rimanda alla responsabilità delle singole realtà l’impegno a non snaturare i principi sottoscritti.
La fiducia e la relazione diretta rappresentano quindi il principio base di adesione – in conformità con i valori espressi; non vengono attuati altri sistemi di controllo diretto, se non quello della gestione partecipata e responsabile del percorso: L’isola che c’è si riserva quindi il diritto di valutare l’idoneità delle singole realtà aderenti.
Ai fini della migliore inclusione possibile, nel percorso de L’isola che c’è le regole di ispirazione democratica devono essere considerate il livello minimo necessario da rispettare, mentre devono essere perseguite e applicate norme di valore superiore che garantiscano il massimo consenso e la massima partecipazione dei soggetti coinvolti.
Infine, nella consapevolezza che molti dei beni e dei servizi strettamente necessari alla nostra economia quotidiana non sono ancora disponibili nel circuito dell’economia solidale, e sono prodotti e commercializzati in modo non consono ai principi espressi, è impegno de L’isola che c’è individuare e promuovere quelli più affini, ed eventualmente valutare modalità di collaborazione con le realtà produttive che li forniscono, nell’ottica di diffondere quanto più possibile il rispetto di questi principi nel sistema economico attuale.